Una mia poesia nell’annuario 2015 della fondazione TerraMia
Tra gli affanni e i liberi amori della mia emiliana giornata trovo la forza di comunicarvi, con letizia e soddisfazione devo dire, che una mia poesia (”Alice”) è stata scelta tra oltre un centinaio di composizioni per essere inserita nell’AgendaAnnuario 2015 della Fondazione TerraMia. Mi si chiedeva di inviare una composizione che celebrasse il luminoso splendore dell’elettricità che da oltre un secolo tenta di schiarire almeno un po’ se non le nostre vite, quanto meno i nostri corpi. Io cosa ho fatto? Ho buttato giù un componimento che parla di una donna, idealmente una mia partner che passa per diverse stanze (per diverse case) congiungendosi (illuminando) con diversi amori, poi ho svelato negli ultimi versi che si poteva trattare di una donna, di una mia partner per l’appunto, ma che in quel caso si trattava della luce, dell’elettricità, era lei la protagonista, doveva essere lei la protagonista in questo caso.
Potete trovare la comunicazione ufficiale direttamente sul sito della Fondazione a quest’indirizzo:
http://daunia.org/index.php/selezioni-concorso-di-poesia-terramia-la-luce-2015/
(trovate anche informazioni su dove e come comprare il libro contenente la mia ed altre undici poesie di altri undici selezionati)
ALICE
Era fidanzata,
ma la chiamavano Alice.
Per ogni stanza in cui andava un amore la attendeva.
Quella notte attraversò un corridoio.
Per tre stanze passò.
E tre amori la attesero.
Era fidanzata, ma la chiamavano Alice.
Stava con me, e se lei era felice
lo ero anch’io.
Non senza gioia, non senza amore.
Era fidanzata,
ma la chiamavano Alice.
Sarebbe potuta essere l’elettricità
Ed avere una relazione con la storia che la portò ad essere
quello che è.
Avrebbe potuto scacciare la cecità.
La chiamavano Alice, ma se preferite,
dal secolo scorso è luce.