Sacco e Vanzetti: uccisi perché anarchici

Era il 23 Agosto 1927. Nel tetro Nord-America di quei tempi Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti vengono barbaramente trucidati, processati sulla sedia elettrica dal Regime Statunitense. Erano due semplici ed umili lavoratori, scomodi, perché immigrati italiani e perché anarchici.

Scrivo questo articolo a distanza di due giorni dall’anniversario della loro uccisione perché nei giorni precedenti ho avuto poco tempo, partecipando io stesso all’evento di commemorazione che si è svolto a Torremaggiore, mio paese natio e paese natio di Nicola Sacco.

A dispetto dell’intervento di Fernanda Sacco, secondo cui il nonno non era un ”pericoloso anarchico” e ”l’anarchia è un partito che non esiste più”(Chiunque conosca anche un barlume di storia e di filosofia sa che l’anarchia non è un partito nel senso strutturale del termine e come ideale socio-politico é tuttoggi presente e diffuso in tutto il mondo) ecco a voi la mia esibizione (quasi integrale della serata):

All’inizio del live ho affermato ”Sacco e Vanzetti sono stati uccisi in quanto italiani e in quanto anarchici, ma sopratutto in quanto anarchici”. Questa parte non è stata ripresa.

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