È uscito Musica da scimmie
DOPO il videoclip casereccio del singolo ”Pasolini è ancora vivo”, OGGI 2 MAGGIO ESCE ”MUSICA DA SCIMMIE” su tutte le piattaforme digitali, come vi ho preannunciato nel precedente articolo.
La scimmia che graffia il taglio di Fontana vi augura buon ascolto di MUSICA DA SCIMMIE.
E vi anticipa che in ”La Boheme” anche il maestro Claudio Lolli ha prestato la sua voce.
Spotify: https://open.spotify.com/album/4wpEwD4DfFPwoT4p5X1ZtP
ITunes: https://itun.es/it/Lvy3bb
Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=8snSAfILoXM&list=PLQyWJIlBCNcZfqkrFzTToqZSNLC9xfDts
(English lyrics available for foreign friends thanks to Michelle Jia)
(Il team che ha lavorato al disco)
L’Artwork e la sfiga cronica delle scimmie
Ma parliamo di un fatto estetico. Dell’Artwork. Cos’è l’artwork in un mondo che lavora, pensa, elabora, opina per immagini?
Tutto è l’artwork nel mondo che pensa, elabora, opina e si innamora per immagini.
Ecco la foto del disco, un parto costato mesi, tempo, denaro, fatica che vi vogliamo regalare in ascolto gratuito su Spotify e che certo come tutto non è perfetto,
ma crediamo un buon piccolo inizio, soli e nelle difficoltà di sempre, con le contigenze che remano contro.
Quella che segue però, se possiamo considerare il disco una piccola opera d’arte (questo lo giudicherete voi), è un’opera d’arte nell’opera d’arte.
La nostra artista-fotografa Bianca Zoé Moreau (che chiamerò ”armusa”, artista e musa, un tutt’uno)
ha pensato bene di partire da ”Tagli”, uno dei pezzi più forti dell’album
e di farmi riprodurre lo squarcio di Fontana (”che è una ferita all’artefiera”) su una tela rossa (come il fuoco, i palazzi di Bologna, le bandiere degli oppressi e il mio colore preferito)
mentre con un’altra mano fingo di tagliarmi un ciuffo di quei capelli lunghi che sembrano essere ”la regola di stile dell’arte contemporanea” nonché una costante del look della boheme di oggi e di ieri.
Il titolo del disco è ”Musica da scimmie”. Una provocazione bell’è buona, un atto di devastante e autoironica umiltà. Canzoni che solo i bonobo ascolteranno. Fuori dalla musica commerciale, ma fuori anche dal Covo, dal Magnolia, dal Circolo, dall’indie e dal fandom a cui segretamente aspiro.
Questa autoironia, lo ammetto, è preventiva: come dire: non volevo, nonostante tutto, fare nulla di speciale e che mi insultino pure i grandi maestri di questo o quel genere,
i grandi maestri degli uomini sempre fortunati,
in barba alla sfiga cronica delle scimmie.