In radio si parla di me

Non so se la mia intervista di ben 30 minuti vi piacerà o meno. Non so nemmeno se sono riuscito a presentarmi bene o meno. Se tornassi indietro risponderei meglio ad alcune domande, sopratutto quelle relative all’ambito politico-filosofico. Ma i tempi radiofonici erano quelli e il tema centrale era la musica, non certo la nuova società e il suo ”umano nuovo” che sogno. So solo che, esplicitamente o implicitamente, bene o male, sono uno di quelli dentro cui brucia il riscatto, la ribellione come necessità e non come passatempo e nemmeno come esercizio ginnico fine a se stesso, se faccio tutto questo, e spero di farlo sempre meglio, è soltanto perché dentro mi brucia la veemenza del riscatto del Bello sulle ingiurie, sulle brutture, sugli orrori piccoli e grandi, vicini e lontani di un Reale che si vuol far passare come normale.
Da un ”artista”(o presunto tale) che si impegna per una rigenerazione etica dell’Umanità e una ricostruzione totale della civiltà occidentale.

Matteo.

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