Il mio nuovo..Incubo al cubo
Incubo al cubo, il mio nuovo album in uscita in questi giorni..
Considerando che siamo sul mio blog mi sento in diritto di anticiparvi la recensione del mio nuovo album musicale che uscirà la prossima settimana in vendita su Itunes.
L’album comincia con il brano Volti di ipocrisia: suoni alternative/indie rock ben amalgamati ad uno sfogo riflessivo che si propone di introdurre l’intero lavoro. Si prosegue con Le luci del cielo, introdotto da un arpeggio e un rif di chitarra elettrica che provoca una sensazione ambigua, interpretabile come uno stato di serenità, ma una serenità un po’ troppo grande per essere vera, una serenità che nasconde qualcosa di più…Dopo aver introdotto l’album con uno sfogo si parla di una donna che si cerca di raggiungere. La storia ha un lieto fine: si concluderà in una magica serata di baci e carezze, ma troppo bello per essere vero…il mondo non è solo baci e carezze e soprattutto non sempre baci e carezze sono amore o affetto..; si prosegue infatti con La canzone di Valerio, tributo a Valerio Verbano, antifascista ucciso a Roma nel 1980. Questo episodio, questa canzone così forte, intensa e drammatica è una rottura nella serenità della canzone precedente, questo evento irrompe in un apparente e temporaneo stato di serenità. Il pezzo è un brano di memoria storica, di ricordo, di contemplazione, di sofferenza. Tutta questa situazione viene ora interrotta da un Intermezzo (Nella stanza di salvataggio): il protagonista, che prima aveva presentato la società che lo circonda, dopo aveva sognato un amore e poi aveva voluto raccontare un dramma, adesso si trova in una stanza che a prima vista viene definita come un “salvataggio”, in questa stanza si trova con una ragazza, una ragazza che ama ma che non può avere per assurde circostanze. Il breve intermezzo è caratterizzato da un testo intenso ben intersecato con archi, violini, un sintetizzatore e una chitarra. Nella stanza riflette. Riflette su come spiegare, cosa domandarsi, cosa dire, come dimostrare di amare, come farsi perdonare, come evitare di essere preso in giro. L’album prosegue con Abbracci meccanici, un giro semplice di pochi accordi ma con effetti e toni(testuali) molto ma molto intensi. E’ un brano drammatico. Il protagonista immagina un mondo in cui non si conosce l’amore, la gente si riproduce in modo meccanico e si abbraccia solo per apparire. Immagina una esagerazione di alcuni aspetti della società attuale(apparenza, consumismo, egoismo). Alla fine del brano il protagonista intravede uno squarcio di speranza in una scritta(l’amore scoppiò dappertutto) e “urla” nei due ritornelli una invocazione, una preghiera al mondo, un invito. Non si sa se questa invocazione resterà inascoltata o meno, fatto sta che adesso il ragazzo si ritrova su un prato a passare una bella giornata con una nuova ragazza. Il brano Luglio descrive un pomeriggio estivo passato con una ragazza a cui vuole bene. Lo descrive con aria ironica e satirica per certi aspetti e nel ritornello propone una riflessione sulla forza della natura e dei sentimenti rispetto a una società fondato su alcuni “valori” che vengono messi in discussione. Canzone rilassante, piena di parole profonde, introdotta da un bel rif di chitarra acustica e con arrangiamento tutto acustico. Il pezzo successivo è Ottobre anni 70. Forse il brano più vicino al cantautorato italiano degli anni 70, anch’esso acustica, con un tempo riflessivo ma incalzante. Il protagonista, probabilmente insoddisfatto dalle emozioni della storia precedente adesso, anziché raccontare prova a sognare: immagina una giornata avventurosa con la donna che ama davvero, la donna che desidera, la stessa dell’intermezzo, la stessa che l’aveva condotto nella stanza di salvataggio, la stessa che l’aveva “salvato”, ma allo stesso tempo fatto soffrire. Qui, rispetto a “Luglio” i riferimenti di critica alla politica e alla società sono ancora più espliciti. Il pezzo termina con un monologo che è interpretabile come un riferimento alla manifestazione che si è svolta a Roma il 15 Ottobre 2011. Nell’album è poi contenuta una traccia bonus Ci chiameremo artisti. Un pezzo tra avventura e sogno che sottolinea l’aspetto del “noi” in una società piena di trappole, nefandezze e ipocrisie. Molto dolce e sofisticato l’arpeggio di chitarra classica.
Gente che voglio ringraziare pubblicamente:
Salvio Pettinicchio – Per gli arrangiamenti di Volti di ipocrisia, Le luci del cielo, La canzone di Valerio, Abbracci meccanici, per le foto/design, per la produzione e per il contributo testuale e musicale in ”Abbracci meccanici”
Alessandro Russi – Basso in Volti di ipocrisia, Le luci del cielo, La canzone di Valerio e Abbracci meccanici
Antonio Volgarino – Chitarre e arrangiamenti in ”Le luci del cielo”
Simona Mascia – Contributi testo in ”Abbracci meccanici”
Sono implicitamente ringraziati tutti coloro che in un modo o nell’altro hanno contributo alla formazione della mia poetica, alle ispirazioni, ai dolori, alle gioie, alle sofferenze e a tutto ciò’ che poi ho saputo e voluto tramutare in musica e poesia.