I Fitzroy recensiti su rockit
Ragazz*, buon caldo a tutti. ”Luci, lampi e luminose sconfitte”, il lavoro casareccio dei Fitzroy (band di cui sono penna e voce) é stato finalmente recensito su Rockit (di seguito il link per leggere la recensione ed ascoltare l’album casareccio in questione: http://www.rockit.it/recensione/28381/fitzroy-luci-lampi-e-luminose-sconfitte).
Che dire: la severità dei recensori di rockit la conosciamo tutti e siccome molti saranno anche renziani solgono essere severi con i deboli e meno severi con i ”big” (in parole povere quando si ha un’etichetta alle spalle, anche se il lavoro vale zero la recensione sarà quasi sempre positiva, vedi M.A.). A parte queste battute, che mi auguro prendiate alla leggera come il 50% di ciò che dico e scrivo, ho accolto con favore alcune delle critiche della recensione. E’ vero: è un lavoro adolescienzale, imperfetto (ma anche perché casareccio per l’appunto). I testi vengono tacciati di retorica, ma non so quanto e se siano più retorici di quelli di band simili e più famose (Lo Stato sociale, I Cani, etc…). Sicuramente dobbiamo crescere, e lo facciamo ogni giorno, sudando, nelle difficoltà e nelle umiliazioni, negli apprezzamenti e nel disprezzo (abbiamo tutti dai venti ai ventuno anni e proveniamo da una provincia artisticamente misera). Ma io, come ho detto anche a Giorgio Canali, non solo credo in quello che faccio, ma quello che faccio è l’unica cosa in cui credo e un giorno spero di poter vivere nei miei testi, e che tutti quelli che lo vorranno possano vivere nei miei versi, così come fino a pochi anni fa speravo di poter risorgere in una canzone di Vasco Brondi.
La recensione, in definitiva, individua in noi forti potenzialità, abbiamo solo bisogno di qualcuno che ci aiuti, ci supporti, ci ”pulisca” il sound, ci faccia riregistrare l’album più professionalmente, ci dia qualche consiglio, ci lanci (e quante pretese, direte!). Bè se qualcuno rileva in noi le potenzialità che Alessandro Fiorito di Rockit, nonostante la sua severità, ha individuato, non esiti a contattarci. Possiamo farcela. Ed io voglio farcela. Perché arte e vita (che per me sono una cosa sola) siano il motore del necessario riscatto del Bello sulle ingiurie, le inezie, le narrazioni stanche e scontate del Reale. Se sogno di conquistare una posizione da cui dire la mia é anche per cambiare questo mondo, per renderlo ”inattuale”. E poi dicono che gli artisti degli anni dieci sono disimpegnati.