200 km (in linea d’aria)

Settantenni che leggono Moravia sui treni sporchi per venirti a trovare, per avvicinarmi alle tue realtà emozionali

Sessantenni con l’ipad e vetrate poco diverse da oblò su scorrevoli paesaggi, su festosi, piatti e uguali mari

Mari e mali di erbe allergeniche e tossiche di principi asmatici che fanno male si sa, fanno male lo so,

lo so come lo sa l’asma che attanaglia.

Ma siamo vivi ancora ed è questo che conta. E dare importanza alla conta e al conto dei baci sul collo

sulle spiagge dove ci facciamo penetrare il sale del mare nei calzini salati come le mie medicine antistatiche che ti fanno un po’ paura.

(Roma, dove Termini? )

Un mignolo sudato, il mio mignolo sudato cavalcava le distanze

e bastava a coprire quelle terre divisorie

sul mappamondo semi-rotto della Feltrinelli di Piazza del Popolo.

Un mignolo bastava a coprirle, ad annientarle, un mignolo, solo uno.

Un mignolo e tre miliardi di formiche,

tre milioni di abitanti, un milione di lotte estinte, qualche genio che si estingue,

ma sono solo tre i millimetri di pelle che separano le sedi della nostra mente.

E ogni poro è una città, un paese, un comune, un tratto di binario morto, un paesano

che segna il territorio che si amplia, che conta la distanza dell’andata e del ritorno (Pensieri di viaggio, 11 Giugno 2012)

I tramonti, i racconti…

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