Breve appunto sui dating in Svezia (un estratto)
Ogni forma di romanticismo o ”corteggiamento” rimane in Svezia ignorata, il più delle volte incompresa o persino disprezzata. Quando uno viene “portato a letto” (perché è di questo che si tratta) da una ragazza svedese (che vuole sempre “stare sopra”), nonostante l’entusiasmo per la sua appariscenza, l’impressione è sempre quella di essere usato come un vibratore: l’informalità e l’accento sulla libertà individuale hanno abolito ogni simulazione o copione filmico prima, durante e dopo il rapporto intimo: la loro impenetrabilità rende illeggibile anche la più viva di quelle creature: se per tastare il terreno viene avanzato un complimento (“che bella la tua sciarpa stasera”) cade il più delle volte ignorato: l’obbligo di rispondere “grazie” seguito da un altro complimento di circostanza appartiene a un’altra epoca. Così quella sera, dopo tre ore di conversazione lei aveva già deciso di volerlo, ma lui non poteva ancora saperlo. Lo capì quando si prese una pausa per andare in bagno: lì trovo una corrispondenza netta tra il comportamento di lei e il copione della sua cultura, lì capì il perché lei lo aveva coinvolto in quel giro di pub: un pub-runda compulsivo invece che un complimento o uno scambio di sguardi era un segnale di interesse: niente parole, nessuno spreco di fiato, non una “avance” sotto forma di piedino sotto il tavolo, ma solo gli usuali silenzi suggeriti dalle foreste dietro casa e, appunto, un pub runda (giro dei pub) il cui significato stava nel dimostrare a qualcuno di aver trovato il tempo per bere con lui/lei. In quella corsa ansiogena il cui fine nella mente di chi offre (sia uomo o donna o trans, ma più comunemente donna) è il letto. Ma prima di quello c’è l’alcool. Al termine del giro, quando si è deciso di aver speso troppo o che si è sufficientemente brilli da poter reggere un contatto fisico, almeno in teoria, è all’alcool che si sarebbe delegata la responsabilità dello slancio necessario per infrangere la sacralità della bolla di vetro che è quel tempio privato all’interno del quale ciascuno sogna, spera, maledice, benedice e si auto-celebra col divieto assoluto di comunicarlo agli altri.