I#usagiorno 5-6 parte2
Whitehall Ferry a New York é il nome della stazione della metropolitana dalla quale parte un battello gratuito che conduce alla periferia sud della città, quella oltre il ponte di Brooklyn. Il battello di Whitehall ferry é stato per me vagamente ciò che a Parigi era stata la Shakespeare and Co. Un non luogo dove si finisce per apprezzare quell’indifferenza contemplativa che sembra spesso, troppo spesso, a chi ancora riesce a permettersela, l’unica via d’uscita dal mondo che avanza. Un’indifferenza che combatte la realtà sbagliata solo apparentemente. Ma che, a dispetto dells sua eterodossia, resta una tentazione carica di erotismo solipsistico. Come quello di una masturbazione…celebrare in questo caso. Su quel traghetto il mondo si ferma nella danza delle onde tra la statua della libertà e il Bronx che lo guarda da Nord. Una coppietta francese si scattava foto. Io leggevo la skyline, sbavata dal tramonto, impressa nel luccichío oceanico e negli occhi di un gabbiano che sembrava immobile, veloce-lento come andava, alla stessa accelerazione del traghetto.
Il pomeriggio precedente ero sceso alla stazione di Chambers per un salto alla Poets House che ospitava una performance. Forse tra i migliori modi per farsi un’idea della scena newyorkese odierna del mondo della poesia e della jam poetry. Almeno cosí ho pensato. Devo dire che non ho resistito alla tentazione di ricopiare sul mio notebook alcuni dei versi. Se c’é una cosa che non posso dire di non amare dell’America é la multietnicità: specialmente nella grande mela e nello specifico in questa Poets House dove i performer e il pubblico erano per lo piu giovani, afroamericani o latinos.
Il dato biografico nelle liriche di questi miei coetanei cresciuti nella grande metropoli cinematografica é irremovibile. Questa irremovibilità può far paura al potere ed é per questo una forza. Quello che accomuna tutti comunque sembra essere un gusto per uno slancio a metà tra eroismo e nuova spiritualità, erotismo, paradiso e sovversione, diversità, espropriazione dei nativi e questione della blackness e supremazia dei bianchi. Già una supremazia quella dei bianchi, e del bianco borghese aggiungerei, che é ben percepita negli States in America un po’ da tutti coloro che abbiano un minimo di sensibilità sociale e che passa ed é passata anche attraverso la (ri)scrittura della Storia del Paese, cosí piena di rimossi. Traspare poi la consapevolezza del linguaggio inadeguato in una ragazza velata che urla qualcosa come (tradotto in italiano) ’ho perso il conto delle parole inglesi necessarie per illudersi di aver trovato quella giusta. ’. Versi fartti scorrere da destra a sinistra, o da sinistra a destra, come un manga. Un ragazzo dall’identità non binaria si dichiara ’Wild Cat’ e parla di un fratello che per quanto lontano da casa possa essere rimane sempre suo fratello e un altro afferma di sentire ’il cazzo piú potente di un titano incandescente’ senza timore di divenire oggetto di giudizi o di moralismi di ogni sorta.
Terminata la performance ci dirigiamo tutti al piano di sopra a brindare con inaspettato vino bianco e prevedibilissimo burro d’arachidi. Siamo circondati dai piú grandi titoli della poesia americana. Dalla fondazione della rivista di poesia libera Poetry agli inizi del novecento passando per la Beat generation e i giorni nostri. Un signore mi rivolge la parola storcendo il naso quando gli confesso di definirmi marxista. Un gruppo di poetesse poco distante, in compenso, sembra rallegrarsi quando scoprono che sono anche italiano. Mi avverto come l’unico corpo estraneo tra tutti questi corpi multicolore produttori piú o meno costanti di composizioni bellissime che un giorno leggerò in qualche raccolta edita Penguin nell’area poeti stranieri della Feltrinelli.
Fuori é calata una sera di inizio estate. E le strade di New York si sono mostrate meticce come sempre, ma anche romantiche, moderne e illuminate come un parco divertimenti. Le attraverso per raggiungere un party LGBT dove quello che si respira é a metà tra il diritto di essere e una confusa voglia di avere instillata come un virus dall’esterno dei corpi. Ci si muove in lapdance attorno a tubi colorati. Soggetti di ogni genere e persone senza genere vi si aggregano. Una coppia di ragazze lesbiche si porta al guinzaglio. Siamo meno e meno sfrontati di quello che mi aspettassi.