#iammaforeurope Giorno 2

A Germering suppongo sia una mattinata come tante. La ragazza che mi ospita mi dà indicazioni su come raggiungere le zone di Monaco più agevoli per esibizioni in strada. E, tra le altre cose, mi concede il permesso di mangiarmi frigorifero e dispensa (l’assenza di verdure é compensata da una sfilza di prodotti a base di frutta secca, erbe, aromi, salse, soia, a cominciare dall’ammiccante spalmabile ”Soyola”). A dispetto di tanta vistosa abbondanza e variabilità, mi accontento di un umile bicchiere di latte di riso e parto per la mia avventura da fraigeist, turistello, musico, antropologo sociale o come volete chiamarmi. Scendo ad una fermata nei pressi del palazzo reale e visito i suoi curatissimi giardini. Mi perdo in essi, e mi danno così tanto alla testa che poco dopo anziché recarmi alla biblioteca nazionale, entro da un ingresso laterale nell’archivio nazionale. E vengo inseguito da una addetta,  che con una cortesia non particolarmente comune tra gli over40 qui, mi indica l’ingresso della biblioteca: una pomposa scalinata e numerosi controlli di sicurezza la fanno sembrare più una base militare che un centro di comando intellettuale. Con la chitarra non posso accedere agli scaffali. Me ne vado. Scendo a Mariplatz e contratto con i busker già presenti per le postazioni, mi dicono di andare più in là. Trovo finalmente un posto. Metto su 3 euro in mezz’ora e poi 6 in un altro posto (sempre in mezz’ora). La cittá é ariosa, poco trafficata, piena di piste e biciclette che le usano, quelle stesse bici lasciate indisturbate senza catene nelle apposite aree o ai bordi dei marciapiedi.

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Cosa ho visto mentre suonavo. Immancabili i turisti americani e quelli giapponesi. Apprezzato da entrambi devo dire, anche se i giapponesi sono sempre piú interessati all’aspetto spettacolarizzazione, a loro interessa farti apparire nelle foto. Ho poi incontrato un uomo marocchino italianizzato da poco trasferitosi in Germania, un bell’incontro devo dire, un uomo tenace e fraterno. Dai suoi racconti sarebbero piú gli italiani che in Germania dormono nelle stazioni che quelli che in Germania ci vanno in vacanza (ecco perché ne sono passati cosí pochi di italofoni).

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Torno a casa esausto, vado a fare la spesa sorprendendomi ancora delle bizzarre architetture delle case e delle architteture urbane dinamiche e strategiche, dell’erba di ogni giardino e del fatto che una delle caratteristiche di molti condomini é quella di possedere questo giardino, che spesso é anche un parco giochi.

Buona cena.

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