#iammaforeurope Giorno 1 Parte 1

Iamma on the storm. Sono nella lingua che si andrá a parlare la maggior parte dei pensieri. Non tedesco, ma inglese. Un inglese da film. Anche i pensieri che trama l’inconscio alle quattro del mattino, con Bologna dormiente e bella come certe bionde che s’infittiscono man mano che il treno si avvicina alle scritte germaniche, proprio come gli alberi che si inerpicano in questo clima alpino.

In Trento schitarravo un po’, anche se alle 8 la stazione é semivuota, poi risalgo, sull’ennesimo regionale che dovrebbe spararmi oltralpe. Ma si ferma a Brennero, a ridosso della frontiera che ora forse attraverseró a piedi.

Le case coi tetti a punta hanno un non so che di buffo, se babbo natale esiste, penso, potrebbero essere la residenza estiva dei suoi elfi. Che belle elfe però.

Hanno un non so che di buffo questi tetti appuntiti, e si conformano all’Austria man mano che questa si avvicina, come se avessero il senno di un poi dello spazio.

A Salisburgo mi aspetta un’elfa che ha lo stesso cognome di Wagner. Nel paese natio di Mozart passerò la mezza giornata con una probabile lontana pronipote dell’ex amico di Nietzsche.

Ma intanto a Brennero, sotto una nebbiosa pioggia, attraverso il confine col dito alzato e mi dà uno strappo una cupa e solitaria signora austriaca, che però si scusa per il suo bad english.

Dopo 20 km, poche parole e il ronzio delle stazioni radiofoniche austriache mi scarica alla stazione ferroviaria di Innsbruck. Filen Dank. Prendo al volo il treno per Salisburgo.

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La probabile pronipote dell’ex amico di Nietzsche mi toglie subito ogni illusione: ”Wagner” nel mondo germanico é come ”Rossi” nel mondo italico: comunissimo cognome da libri di grammatica. Prima di incontrarla suonicchio qualche mio brano sotto uno dei magnifici archi di Kapitelplatz. Vi ci arrivo a piedi, dalla stazione principale (che si trova nella zona più urbana moderna e cupa), costeggiando il gradevolissimo fiume diviso per pedoni, biciclette e motori…con numerosi sottopassaggi. Poi dopo aver racimolato qualche moneta (l’italiano o lo ami o lo odi), Lisa mi conduce ai giardini mirabel e mi scatta la foto sottostante. É vegana e parliamo di cibo. É allergica e parliamo di allergia. Viaggia e parliamo di avventure. Ma non mi lascia con nessun abbraccio, nonostante tutto…non so, da queste parti forse lo usano solo quando ha senso davvero.

Ma la giornata non é ancora finita, perché con in tasca la promessa di ritornare a Salisburgo per vederla di sera (dai suoi racconti sarebbe una Bologna austriaca la Salisburgo studentesca), me ne parto per la stazione Munchen Hbf dove c’è un’altra persona che mi attende…e non sapendo ancora cosa succederà pubblico e vi aggiorno domani.

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