Contatto umano
Vent’anni e chissà quanti altri ancora
con gli occhi appiccicati a uno schermo
a più schermi, ai touch screen e non lambirsi la schiena.
Vent’anni con gli occhi sbarrati
da suora devota al tempio di un luminescente silenzio
e così, distratta e stantia dall’ultimo solstizio tecnologico.
Vent’anni e languire nei pasti, durante i passeggi
di cent’anni di solitudine, e chissà quanti altri ancora
ed io che così inadeguato e reale ti ronzo attorno nel piazzale.
Vent’anni e sapere tutto sapendo niente
Vent’anni per non sapere niente sorseggiando tutto ciò che non conta
Vent’anni e chissà quanti morti ancora, quanti altri ancora
singhiozzeranno nei bar come creature oppresse,
senza guardarsi in faccia, senza leggere i propri simili, senza alcuna accurata lettura.
Vent’anni senza realtà tangibile e oggettiva
sono anni e anni di sconfitta quotidiana
sono assenza di punti cardinali sulla x e sulla y cartesiana
sono melodrammi di dubbia originalità
per noi emittenti inascoltati e disperati
per noi che lo sappiamo che il mondo è commercializzazione e volontà
per noi che lo sappiamo che il mondo è sempre al contrario che funziona
per noi che lo sappiamo: questi mezzi di comunicazione accrescono l’incomunicabilità.