La pozzanghera e l’oceano
Somigli ad un mare,
è aperto, ed invade un pianeta altro.
Il tuo è un dito capriccioso
di un capriccio bislacco
e lo intingi nell’acquolina
della mia bocca smorta
che spingo nell’acquario
della tua diafana barchetta
E null’altro mi interessa
se non riesumare il tepore estivo
della ragazza computer
di te, oceano intrepido delle possibilità,
delle possibili posizioni.
E somigli ad un volto,
è roseo, stravolto, e ruggisce di fiori feriti
Il tuo è un labbro plasmato
dal gioco di un tronco andato di matto
il tuo è un piede dorato di loto,
di merda, di terra, di sabbia
amata e ingerita: morsi e cuore di te,
intrepido fondale oceanico di una pozzanghera
seimilatrecento volte calpestata.