16/10
I nostri striscioni si stagliavano su un quadro autunnale dai contorni vaghi, dai bordi indefiniti.
Li srotolavamo sorprendendoci della reazione degli altri, da sinistra a destra di ogni ingresso.
Al numero 32, al 36, al 38.
Attendemmo l’ondata delle nove. Dio era morto, ci dicevamo. La volontà del nulla, il nichilismo del mercato, aveva prevalso. Il crudo paladino di ogni scusa per non protestare, santo protettore del crumiro.
Dio era morto e lo spirito ribelle di queste soggettività studentesche anche: qualcuno fece per sfondare il picchetto e ripristinare la normalità.
Anche se i mercanti smerciavano ancora per il mondo, possiamo ancora bloccargli le navi, pensavamo.
Il mercato ha vinto, ma noi possiamo interrompergli il flusso, bloccare il flusso, bloccare tutto! Ecco cosa vogliamo! Ma chi lo vuole? Io, tu, noi. Noi tre, quattro, cinque, dieci, quanti siamo? E gli altri? E questi altri 50.000 che non capiscono? Stanno entrando tutti. Stanno con gli iphone. Vogliono difendere i loro iphone e la normalità, e chi glieli ha messi in tasca quei giocattolini. Qualcuno però ci si avvicina, è con noi. Parla, si fomenta, ci critica, ci osserva, come fossimo noi le statuine del Sistema, i reperti di cui parlare, da criticare, da rendere oggetto di osservazione e studio analitico.
Al numero 32, 36, 38, con gli striscioni verniciati, serrati, ormai mezzi decadenti e il cuore al di qua della barricata virtuale impedivamo l’accesso alle lezioni, lo svolgimento della normalità.
Attendemmo l’ondata delle undici. Non arrivò. Pazientammo oltre il dovuto. Al riparo dei portici si stava ancora come dentro un salotto in quanto si poteva ancora godere dei benefici dei residui estivi in quell’autunno ben lontano dall’essere inoltrato, troppo distante dall’acme, soprattutto nei fatti.
L’ondata delle undici comunque non arrivò. Pazientammo. Non arrivò. Erano tutti a casa, a guardare la TV, ci aveva detto un vecchio, e chi non aveva la TV smanettava col Wi-Fi, anche quelli che non ce l’avevano il Wi-Fi. Partimmo lo stesso, in dieci, in corteo, verso il baratro. Chissà che un giorno non ci saremmo moltiplicati, in cento, in mille, in milioni di individui.