15 Ottobre..a Roma c’ero e vi dico la mia..

Cio’ che è avvenuto il 15 Ottobre a Roma è molto complesso e necessita di una analisi approfondita, ma non mi dilungherò molto.

Comincio da una frase di Mao Tse Tung(o Zedong)

La rivoluzione non è un pranzo di gala; non è un’opera letteraria, un disegno, un ricamo; non la si può fare con altrettanta eleganza, tranquillità e delicatezza, o con altrettanta dolcezza, gentilezza, cortesia, riguardo e magnanimità. La rivoluzione è un’insurrezione, un atto di violenza con il quale una classe ne rovescia un’altra

Le violenze avvenute in piazza nella giornata dell’altro ieri sicuramente non sono rivoluzione, ma sono (per la maggior parte) dei casi una dimostrazione(giusta o sbagliata che sia) di rabbia sociale.

Studiando la storia ho imparato che se si vuole cambiare un sistema c’è bisogno di violenza e la frase che ho citato sopra lo sottolinea, ma come, in che contesto e quale violenza?

Di certo non quella avvenuta nelle strade romane l’altro giorno, certo spaccare la vetrina di una banca non è sbagliato considerando le responsabilità che hanno le banche della crisi economica e del debito pubblico, ma risulta sostanzialmente inutile.

Non mi sento di condividere nemmeno eventuali violenze contro abitazioni e auto di gente comune.

Tutto ciò’ che è avvenuto a Piazza San Giovanni doveva avvenire a Montecitorio!! Sotto i palazzi del potere!! Perché la violenza è necessaria per l’abbattimento di questo sistema, ma bisogna agire con intelligenza colpendo il cuore del potere! I politici, non gli sbirri!

Gli sbirri sono servi del potere, ma anche loro ne sono vittime..ah se solo se ne rendessero conto!

Ci sono tante altre considerazioni da fare, certo, come l’eterogeneità dei manifestanti(non tutti hanno gli stessi obbiettivi, comunisti e anarchici vogliono abbattere questo sistema, ma c’erano anche personcine perbene di ”centro-sinistra” con l’intento di volere solo un nuovo governo di centro sinistra che farà lo stesso di Berlusconi..)…

Il fumo scuro e nero

macchiava e decorava

anche l’ultimo pezzetto di cielo di San Giovanni

Il frontone sulla piazza vasta

è scomparso dalla mia vista

e grida e tensioni e di confusione

l’aria è pazza!

Che quei padroni lì

con la puzza a naso

sui troni,

dai troni siano abdicati

Che di una società nuova

singhiozzi la folla gemita

o almeno a provarci..

a gemitar più forte

”Ma non è questa la decantata rivoluzione!”

scagliosa la disperazione

della proprietaria dei combustili per roghi

”Ancora a parlar di rivoluzione?”

intonato coro con moraleggiante intonazione

che si scaglia contro una pietra colta nell’intento

di un crollo bancario,

di un crollo in borsa,

di  una ipocrisia di massa.

E cosi’ quella fuga che

Cagol non terminò

E cosi’ quel torero che

Carlo Giuliani non azzannò

E così quella fame che l’incazzato

perbene non può avere

sospesa tra una strada, San Giovanni, e l’altra strada

si mantiene

E portaron dentro della gente i celerini

e costrinsero al condanno e al gabbio la loro anima innocente i celerini

e così il fumo nero e scuro decorava

anche l’ultimo giorno sicuro..

a San Giovanni.
(Scritta a Piazza San Giovanni il 15 Ottobre, M.Iammarrone)

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